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L'OPERA DEL MESE: GIUGNO 2011 - Persistenza della memoria

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Messaggio  Turtle Mar Giu 07, 2011 3:01 pm

Persistenza della memoria
1931, olio su tela, cm 24x33, New York, Museum of Modern Art


L'OPERA DEL MESE: GIUGNO 2011 - Persistenza della memoria 00_per10

In uno dei suoi scritti autobiografici, The Secret life of Salvador Dalí, pubblicato a NewYork nel 1942, l’artista descrive la genesi di questo dipinto inizialmente intitolato "Orologi molli" che rappresenta, in un certo senso, la storia della personalità di Dalí in eternocontrasto tra la dura scorza esterna del proprio ruolo pubblico e sociale e la sensibile “mollezza” della propria fragile interiorità. Su uno dei tanti paesaggi di Port Lligat, tra gli scogli aguzzi della Costa Brava e un ulivo secco e malinconico in primo piano, Dalí immaginò tre orologi come oggetti inattesi, sottratti alla realtà quotidiana e deformati dallo sguardo delirante di un sogno, che è quello creato dall’inconscio dell’artista sintetizzato nell’occhio dalle lunghe ciglia che giace addormentato (secondo un’idea già proposta da Dalí ne "Il grande masturbatore" del 1929).
Sono raffigurati in un contesto quanto mai estraneo ed insolito ad essi, secondo una teoria, che va sotto il nome di “dèpaysage”, caratterizzata dall’assurdo accostamento di oggetti assai diversi tra loro per tipologia e per temi: un orologio è sospeso ad un albero, un altro è adagiato su un parallelepipedo, il terzo è avvolto a spirale intorno ad una strana forma ed il quarto, l’unico non alterato, è ricoperto di formiche. Dalì associa e deforma liberamente gli orologi: i due dilatati ricordano che la durata di un evento può essere dilatata nella memoria, secondo quanto sosteneva lo stesso Bergson, il terzo orologio deformato è il simbolo del modo in cui la vita distorce la forma geometrica e l’esattezza matematica del tempo meccanico.
Questi tre orologi sul punto di sciogliersi al sole - mentre un quarto, ancora chiuso nel suo coperchio dorato, è assaltato da un cumulo di formiche brulicanti che sembrano divorarlo, quasi ad indicare l’annullamento di un tempo cronologico e dello strumento razionale per eccellenza che ha sempre permesso di misurare il tempo e di dividerlo in modo da piegarlo alle esigenze pratiche e quotidiane - rappresentano, quindi, l’aspetto psicologico del tempo, il cui trascorrere, nella soggettiva percezione umana, assume una velocità e una connotazione diversa, interna, che segue solo la logica dello stato d’animo e del ricordo.
La deformazione delle immagini è un mezzo per mettere in dubbio le facoltà razionali, che vedono gli oggetti sempre con una forma chiara e definita. Deformando l’orologio, che, sciolto al sole, si liquefa e si adatta alle superfici su cui viene posto, Dalí invita l’osservatore a riconsiderare la dimensione del tempo e della memoria, nella quale il prima e il dopo si contaminano mutuamente.

L’opera, ribattezzata "Persistenza della memoria", che oggi è indubbiamente il pezzo più famoso del MoMa di New York, venne acquistato dal mercante americano Julien Levy decretando il successo e la fortuna economica della produzione di Dalí negli Stati Uniti.
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