Mostra Dalì a Otranto
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Mostra Dalì a Otranto
http://www.fulltravel.it/Proposte-di-Viaggio/Mostra-Il-genio-di-Salvador-Dali-a-Otranto/76/6-2797-1.html
questo è il link dove ho scoperto questo evento di cui personalemente non ero ancora a conoscenza,si tratta di una mostra del Maestro a Otranto,il link presenta informazioni su periodo,orari e giorni in cui è possibile visitare la mostra e costo del biglietto,ciao ciao
questo è il link dove ho scoperto questo evento di cui personalemente non ero ancora a conoscenza,si tratta di una mostra del Maestro a Otranto,il link presenta informazioni su periodo,orari e giorni in cui è possibile visitare la mostra e costo del biglietto,ciao ciao
chiara taccone- Forumista ULTRA
Re: Mostra Dalì a Otranto
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www.daliotranto.it
Otranto, c'è il maestro del Surrealismo
Salvator Dalì in mostra al castello Dal 28 maggio la grande mostra dedicata all’opera grafica e alle sculture del geniale artista spagnolo.
La curatrice Alice Devecchi: “Racconteremo l’altra faccia di un genio del ’900 attraverso quattro serie di incisioni”di ANTONIO DI GIACOMO
Il castello dell'arte. Dopo le mostre di Joan Mirò e Pablo Picasso, ospitate negli ultimi due anni e visitate da circa 90mila persone, le sale del castello aragonese di Otranto si apprestano a ospitare, dal 28 maggio al 25 settembre, l'esposizione Il genio di Salvador Dalì. Una terza tappa, dunque, per la nuova vita sotto il segno dell'arte del castello di Otranto, divenuto oggi un contenitore culturale gestito dalla società Sistema Museo di Perugia e dall'agenzia di comunicazione Orione di Maglie. Ad attendere i visitatori, stavolta, un percorso attraverso l'opera grafica del maestro surrealista - scandito da 54 incisioni originali - con uno sconfinamento nella plasticità visionaria della scultura secondo Dalì, in esposizione sei opere in bronzo fra le quali il maestoso Elefante cosmico.
Ma cosa si nasconde dietro un titolo generalista come Il genio di Salvador Dalì? Quale immagine, nella pluralità dei percorsi possibili nella vasta produzione daliniana, verrà restituita di quest'artista? Ad anticiparlo è Alice Devecchi, la curatrice della mostra al castello di Otranto. "È proprio la pluralità di percorsi, in realtà - spiega - a caratterizzare l'esposizione. Ci saranno, infatti, quattro diverse serie di incisioni, per altrettanti testi letterari, che Dalì affronta in maniera totalmente diversa, adattandosi per un verso alla cifra stilistica di ciascuna opera e, allo stesso tempo, alla diversità d'epoca in cui sono nati questi testi. In tale scenario, e non per caso, il protagonista assoluto sarà il Castello di Otranto" Ovvero una serie di 13 acqueforti che Salvador Dali realizzò per illustrare l'omonimo romanzo di Horace Walpole.
"Sono stranamente in bianco e nero che, in genere - sottolinea la curatrice - il maestro non utilizzava. Una scelta forse dettata dalla necessità di contestualizzare in maniera decisa la stessa epoca della narrazione della vicenda immaginata da Walpole. E qui, elemento ricorrente nel Surrealismo, domina l'alterazione delle proporzioni fra gli oggetti, usata da Dalì per illustrare un testo che usa lo stesso meccanismo, visto che il pretesto della trama nel romanzo scaturisce dall'arrivo di un gigantesco elmo nel castello".
E le altre incisioni? "Rappresentano una diversità in divenire: un Dalì abbastanza inedito e irriconoscibile soprattutto nelle 10 puntesecche colorate della serie dedicata alle Fiabe giapponesi, segnate da un evidente diverso uso dell'immagine. E se per le dieci incisioni in nero e oro per Les amours jaunes (Gli amori gialli) di Tristan Corbière è, in primo luogo, la scelta proprio di quest'opera a destare curiosità, la serie più copiosa, 21 incisioni a puntasecca, nonché immediatamente associabile a Dalì e al suo fare arte, è quella sul Tristano e Isotta. A corredare questi quattro possibili percorsi nell'immaginario daliniano alcune sculture che, alla fine, rendono tridimensionali, materializzano in qualche modo, i personaggi delle storie raccontate a sua volta dallo stesso maestro".
Quale artista emerge, insomma, dalla mostra? "Un Dalì sicuramente multiforme, sfuggente e difficilmente etichettabile. Direi che lo sforzo di illustrare un testo scritto da qualcun altro piega il maestro quasi a un'adesione all'opera stessa. Col risultato che, rispetto alle stravaganze e alle divagazioni delle sue opere più conosciute, il pretesto narrativo rende la sua arte più immediata e intellegibile". Una produzione minore, in qualche misura, allora? "Per tutti gli artisti l'incisione - conclude Devecchi - è collaterale all'attività pittorica, tuttavia l'occasione di scoprire l'opera grafica di un artista rende possibile l'incontro con la sua anima meno commerciale, ancora di più nel caso di Dalì, del quale a Otranto si potrà conoscere una forma d'espressione "minore" ma più autentica, pur essendo legata alla serialità della riproduzione". La mostra sarà aperta, per l'intero periodo della sua durata, tutti i giorni. [i]
www.daliotranto.it
Otranto, c'è il maestro del Surrealismo
Salvator Dalì in mostra al castello Dal 28 maggio la grande mostra dedicata all’opera grafica e alle sculture del geniale artista spagnolo.
La curatrice Alice Devecchi: “Racconteremo l’altra faccia di un genio del ’900 attraverso quattro serie di incisioni”di ANTONIO DI GIACOMO
Il castello dell'arte. Dopo le mostre di Joan Mirò e Pablo Picasso, ospitate negli ultimi due anni e visitate da circa 90mila persone, le sale del castello aragonese di Otranto si apprestano a ospitare, dal 28 maggio al 25 settembre, l'esposizione Il genio di Salvador Dalì. Una terza tappa, dunque, per la nuova vita sotto il segno dell'arte del castello di Otranto, divenuto oggi un contenitore culturale gestito dalla società Sistema Museo di Perugia e dall'agenzia di comunicazione Orione di Maglie. Ad attendere i visitatori, stavolta, un percorso attraverso l'opera grafica del maestro surrealista - scandito da 54 incisioni originali - con uno sconfinamento nella plasticità visionaria della scultura secondo Dalì, in esposizione sei opere in bronzo fra le quali il maestoso Elefante cosmico.
Ma cosa si nasconde dietro un titolo generalista come Il genio di Salvador Dalì? Quale immagine, nella pluralità dei percorsi possibili nella vasta produzione daliniana, verrà restituita di quest'artista? Ad anticiparlo è Alice Devecchi, la curatrice della mostra al castello di Otranto. "È proprio la pluralità di percorsi, in realtà - spiega - a caratterizzare l'esposizione. Ci saranno, infatti, quattro diverse serie di incisioni, per altrettanti testi letterari, che Dalì affronta in maniera totalmente diversa, adattandosi per un verso alla cifra stilistica di ciascuna opera e, allo stesso tempo, alla diversità d'epoca in cui sono nati questi testi. In tale scenario, e non per caso, il protagonista assoluto sarà il Castello di Otranto" Ovvero una serie di 13 acqueforti che Salvador Dali realizzò per illustrare l'omonimo romanzo di Horace Walpole.
"Sono stranamente in bianco e nero che, in genere - sottolinea la curatrice - il maestro non utilizzava. Una scelta forse dettata dalla necessità di contestualizzare in maniera decisa la stessa epoca della narrazione della vicenda immaginata da Walpole. E qui, elemento ricorrente nel Surrealismo, domina l'alterazione delle proporzioni fra gli oggetti, usata da Dalì per illustrare un testo che usa lo stesso meccanismo, visto che il pretesto della trama nel romanzo scaturisce dall'arrivo di un gigantesco elmo nel castello".
E le altre incisioni? "Rappresentano una diversità in divenire: un Dalì abbastanza inedito e irriconoscibile soprattutto nelle 10 puntesecche colorate della serie dedicata alle Fiabe giapponesi, segnate da un evidente diverso uso dell'immagine. E se per le dieci incisioni in nero e oro per Les amours jaunes (Gli amori gialli) di Tristan Corbière è, in primo luogo, la scelta proprio di quest'opera a destare curiosità, la serie più copiosa, 21 incisioni a puntasecca, nonché immediatamente associabile a Dalì e al suo fare arte, è quella sul Tristano e Isotta. A corredare questi quattro possibili percorsi nell'immaginario daliniano alcune sculture che, alla fine, rendono tridimensionali, materializzano in qualche modo, i personaggi delle storie raccontate a sua volta dallo stesso maestro".
Quale artista emerge, insomma, dalla mostra? "Un Dalì sicuramente multiforme, sfuggente e difficilmente etichettabile. Direi che lo sforzo di illustrare un testo scritto da qualcun altro piega il maestro quasi a un'adesione all'opera stessa. Col risultato che, rispetto alle stravaganze e alle divagazioni delle sue opere più conosciute, il pretesto narrativo rende la sua arte più immediata e intellegibile". Una produzione minore, in qualche misura, allora? "Per tutti gli artisti l'incisione - conclude Devecchi - è collaterale all'attività pittorica, tuttavia l'occasione di scoprire l'opera grafica di un artista rende possibile l'incontro con la sua anima meno commerciale, ancora di più nel caso di Dalì, del quale a Otranto si potrà conoscere una forma d'espressione "minore" ma più autentica, pur essendo legata alla serialità della riproduzione". La mostra sarà aperta, per l'intero periodo della sua durata, tutti i giorni. [i]
Turtle- Amico
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