RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
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LucaMenes
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Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
Dalinha, di solito è un problema di diritti, più che di salvaguardia delle opere, a maggior ragione se protette da vetro
potris- Forumista Stellare
Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
In tutte le mostre (in tutto il mondo) non si possono fare foto, la cosa triste è che in Italia non si possono fare foto nemmeno nei musei, nel resto del mondo invece si possono fare... Un'altra cosa inspiegabile che succede solo qui, PURTROPPO!
LucaMenes- FONDATORE
Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
Senza stilare l'ennesimo papiro egiziano per ricordare tutte le opere di cui si è messa a repentaglio l'esistenza fisica,dico solo che sarebbe ora di pensare un po' di più alla salvaguardia delle opere.
Possibile che si accorgano di una innocua macchina fotografica e non di un pazzo che entra in un museo con un fucile ad aria compressa?con un martello o con un mattone? assurdo.
Possibile che si accorgano di una innocua macchina fotografica e non di un pazzo che entra in un museo con un fucile ad aria compressa?con un martello o con un mattone? assurdo.
Dalinha- Affezionato
Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
Salve a tutti,sono partito da Perugia (studio a Perugia ma sono calabrese) alla volta di Milano solo ed esclusivamente per prendere visione dell'esposizione di Palazzo Reale che ha il pregio di aver riunito opere estremamente disparate nella produzione dalìniana. Ho notato la suddivisione degli anni in ''periodi tematici'',dunque io sostengo che sia sbagliato,in Dalì soprattutto,far coincidere un arco di anni con una tematica precisa,questo artista presenta una continua ricerca di nuovi lessici che non si aggiornano per anni ma,molto spesso, addirittura per ore.Ne consegue il mio,modesto e senza pretese,giudizio secondo il quale è estremamente riduttivo attivare questo meccanismo di convenzione che schematizza,in maniera aberrata oltretutto, il linguaggio artistico di questo genio ''imponendoli'' precisi anni di produzione. Mi ha fatto molto piacere notare la presenza di ''Eco Geologico nella Pietà di Michelangelo'',che io conoscevo da tempo e anche di ''Due pezzi di pane esprimono un sentimento d'amore'' la cui ricercatezza di particolari nella mollica,delle minime disgregazioni del pane e nello scacco (che alcuni visitatori della mostra addtavano come un porta pepe) mi ha lasciato un senso di grandezza tale da poter essere paragonato solo ai classici o agli iperrealisti di scuola americana. Vergognosamente ho ''notato'' (lo metto ta virgolette perchè in quel buio non si notava) l'illuminazione fulminata nella prima versione dei Tre enigmi gloriosi di Gala. Altra collocazione di ''anti-fruibilità'' è stata riservata ad una delle opere a me piu' care:''Impressioni d'Africa''posta in una zona stretta ad angolo per giunta. Invece il crocifisso portato dai Musei Vaticani era esposto troppo distante dal punto di vista dell'osservatore date le sue dimensioni ridotte,altra posizione ''scomoda'' era per me non tanto il maestoso paesaggio con la ragazza che salta la corda come è stato scritto in alcune recensioni ufficiali di giornale,quanto lo spazio ''di passaggio'' nel quale era esposto ''Tavolo Solare'' con il suo microscopico pacchetto di sigarette Camel grande non piu' di 5 millimetri non notable se non su consiglio della guida ( che io non ho preso considerandola riduttiva). Gli spazi angusti dell'esposizione mi hanno lasciato abbastanza perplesso.Molto spesso mi sono ritrovato a dover aspettare anche 20 minuti buoni per uno scorrimento ''umano'' della calca davanti le Opere proprio a causa degli spazi minuscoli. Sdegno in me hanno trovato anche nello shop il ridicolo pupazzetto con l'immagine stereotipata di Salvado Dalì ed i baffi di cartone,vero e proprio affronto al significato anti-nietzschiano dei cotonati e soavi baffi di un grande uomo. Se avete letto grazie per l'attenzione. Voglio solo dire che,nonostante sembri il contrario la mostra non mi è dispiaciuta affatto per il solo motivo di essere la mostra sull'unico Artista mai esistito.
El MaTtO- Novizio
Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
Ciao El Matto, non capisco a cosa ti riferisci quando parli di suddivisione degli anni in periodi tematici. Se non ricordo male, e sto dando uno sguardo veloce al catalogo, i quadri all'interno di una stessa stanza, o magari di due stanze (stanza della memoria-stanza del male-stanza dell'immaginario-stanza dei desideri-stanza del silenzio-stanza del vuoto-epilogo fantastico), raggruppati in sezioni (guardare dietro di sè e intorno a sè - Guardare dentro di sè - Guardare oltre) appartengono a periodi molto diversi. Quindi in effetti non è che abbiano presentato le opere in gruppi apprtenenti a ben determinati periodi e tematiche. Semmai hanno presentato quelle opere che, in tutta la vita dell'artista, meglio mostrano il suo legame col paesaggio e con la sua terra.
Personalmente, a me piace di più una mostra di opere diciamo in senso cronologico, che sia diretto o inverso come quella di venezia poco importa (anche se dovrebbe essere indicato agli utenti credo a caratteri cubitali, ché mi ricordo che a Palazzo Grassi molte persone si lamentavano della cronologia inversa, che è ovviamente evidente dalle date delle opere, ma che può risultare ostica a chi non conosce la produzione di un artista). E penso che anche in Dalì siano riscontrabili diversi periodi; è innegabile che ci siano degli anni tipicamente surrealisti, come che sia il periodo mistico o quello in cui s'interessa alle nuove scoperte fisiche. Ma come dici tu, restano delle suddivisioni in scala molto grande e piuttosto indicative, proprio per il suo eclettismo e voglia e capacità di sperimentare sempre linguaggi e tematiche nuove.
Comunque non penso che le singole opere scelte all'interno di ogni sezione siano fuori tema.
Concordo con te per quanto riguarda la posizione di Tavolo solare. Purtroppo (per noi), bisognava scegliere strategicamente e con molta attenzione l'orario e il giorno di visita; penso che per una correttezza professionale, in casi di questo genere dovrebbero instaurare un numero chiuso (senza per questo alzare i prezzi, comunque). Il problema delle lampadine, secondo me è vergognoso. Senza se e senza ma. Trovo inconcepibile che non si possa cambiare una lampadina in modo agevole, e se davvero si tratta di un'operazione difficile e di responsabilità per la loro posizione o per il tipo di lampadina, un tecnico dovrebbe essere a disposizione come le guide, permanentemente. Inutile dire che la scorte di lampadine ci debbano essere, week end o no.
Per il bookshop...è il mercato, tristemente. Vedo spopolare in rete dei baffetti che sinceramente non somigliano affatto a quelli daaliniani, ma credo proprio che a quelli si riferiscano, La cosa sinceramente mi fa sorridere, e forse dovremmo intenderla con ironia secondo la logica daliniana che l'importante è che se ne parli. Sono solo proposte commerciali dirette ovviamente non agli appassionati ma a quelli di passaggio, che magari si lamentano del prezzo d'ingresso ma poi spendono anche 5 euro (più della metà del biglietto) per stronzate (non trovo altra parola, I'm sorry).
Cosa intendi per significato anti-nietzschiano?
Personalmente, a me piace di più una mostra di opere diciamo in senso cronologico, che sia diretto o inverso come quella di venezia poco importa (anche se dovrebbe essere indicato agli utenti credo a caratteri cubitali, ché mi ricordo che a Palazzo Grassi molte persone si lamentavano della cronologia inversa, che è ovviamente evidente dalle date delle opere, ma che può risultare ostica a chi non conosce la produzione di un artista). E penso che anche in Dalì siano riscontrabili diversi periodi; è innegabile che ci siano degli anni tipicamente surrealisti, come che sia il periodo mistico o quello in cui s'interessa alle nuove scoperte fisiche. Ma come dici tu, restano delle suddivisioni in scala molto grande e piuttosto indicative, proprio per il suo eclettismo e voglia e capacità di sperimentare sempre linguaggi e tematiche nuove.
Comunque non penso che le singole opere scelte all'interno di ogni sezione siano fuori tema.
Concordo con te per quanto riguarda la posizione di Tavolo solare. Purtroppo (per noi), bisognava scegliere strategicamente e con molta attenzione l'orario e il giorno di visita; penso che per una correttezza professionale, in casi di questo genere dovrebbero instaurare un numero chiuso (senza per questo alzare i prezzi, comunque). Il problema delle lampadine, secondo me è vergognoso. Senza se e senza ma. Trovo inconcepibile che non si possa cambiare una lampadina in modo agevole, e se davvero si tratta di un'operazione difficile e di responsabilità per la loro posizione o per il tipo di lampadina, un tecnico dovrebbe essere a disposizione come le guide, permanentemente. Inutile dire che la scorte di lampadine ci debbano essere, week end o no.
Per il bookshop...è il mercato, tristemente. Vedo spopolare in rete dei baffetti che sinceramente non somigliano affatto a quelli daaliniani, ma credo proprio che a quelli si riferiscano, La cosa sinceramente mi fa sorridere, e forse dovremmo intenderla con ironia secondo la logica daliniana che l'importante è che se ne parli. Sono solo proposte commerciali dirette ovviamente non agli appassionati ma a quelli di passaggio, che magari si lamentano del prezzo d'ingresso ma poi spendono anche 5 euro (più della metà del biglietto) per stronzate (non trovo altra parola, I'm sorry).
Cosa intendi per significato anti-nietzschiano?
potris- Forumista Stellare
Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
ciao!
qualcuno di voi sa dove si possono trovare i vari video-documentari che proiettavano durante la mostra?
grazie|
qualcuno di voi sa dove si possono trovare i vari video-documentari che proiettavano durante la mostra?
grazie|
Lucrezia- Affezionato
Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
Ciao Potris,quanto alla suddivisione da me sottolineata io sono convinto che ogni opera del grande maestro catalano sia un universo a se,di conseguenza inserirla in ''confini'' o ''stanze'' riguardanti le tematiche lo vedo un po ''costrittivo'' per le singole opere. I baffi anti-nietzschiani come lo stesso Dalì scrive nel suo Diario di un genio,sono i suoi,puntati all'insù e non in basso che sarebbe simbolo di catastrofe,era solo una citazione della filosofia dalìniana messa a confronto con l'assurda trovata pubblicitaria della sagoma di cartone rappresentante,in maniera inesatta,i medesimi baffi.
El MaTtO- Novizio
Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
ti chiedevo perché non mi ricordavo questa interpretazione anti-nietzschiana nel Diario, e non l'ho a portata di mano. :-)
capisco quello che intendi, ma non vedo un risvolto pratico, nell'organizzazione di una mostra. Ovviamente vengono scelte alcune opere, e si cerca di trovare un filo conduttore, che poi può essere più o meno opinabile...
Altrimenti le mostre non avrebbero un titolo se non :diverse opere del dato pittore. (magari con un range temporale, ma anche lì, non è che si possono avere in mostra tutte le opere anche solo di qualche anno).
capisco quello che intendi, ma non vedo un risvolto pratico, nell'organizzazione di una mostra. Ovviamente vengono scelte alcune opere, e si cerca di trovare un filo conduttore, che poi può essere più o meno opinabile...
Altrimenti le mostre non avrebbero un titolo se non :diverse opere del dato pittore. (magari con un range temporale, ma anche lì, non è che si possono avere in mostra tutte le opere anche solo di qualche anno).
potris- Forumista Stellare
Re: RESOCONTI MOSTRA Il sogno si avvicina
Si sono d'accordo per le ragioni pratico-organizzative di una mostra,ma Dalì è un universo..
El MaTtO- Novizio
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